mercoledì 31 ottobre 2007

Ottobre 2007 - Tutti i dischi che ho ascoltato questo mese...






























































































Titoli Giudizio
iLiKETRAiNS - Elegies To Lessons Learnt (2007)

8


Radiohead - In Rainbows (2007)

7,5


Devastatations - Yes, U (2007)

7


Band Of Horses - Cease To Begin (2007)

6,5


Matt Pond PA - Last Night (2007)

6,5


Art In Manila - Set The Woods On Fire (2007)

6,5


Kind Of Like Spitting - The Thrill Of The Hunt (2006) + Learn The Songs Of Phil Ochs (2006)

6,5


Babyshambles - Shotter's Nation (2007)

6,5


Reverend and The Makers - The State Of Things (2007)

6,5


Siouxie - Mantaray (2007)

6


Rogue Wave - Asleep At Haven's Gate (2007)

6


Oakley Hall - I'll Follow You (2007)

6


Annuals - Be He Me (2006)

6


Mice Parade - Mice Parade (2007)

6


Schwarz - Havengazers (2007)

6


They Might Be Giants - The Else (2007)

6


She Wants Revenge - This Is Forever (2007)

6


Euros Child - Miracle Inn (2007)

5,5


Blanche - Little Amber Bottle (2007)

5,5


Oxbow - The Narcotic Story (2007)

5,5


Sunset Rubdown - Random Spirit Lover (2007)

5,5


domenica 28 ottobre 2007

Devastations - Yes, U



anno: 2007


genere: IndieRock


link: http://www.devastations.net/


commento:


Il trio Australiano, ancora semisconosciuto ai più, lancia il suo terzo disco. Già il precedente "Coal" (2006) era un buon lavoro, ma con questo "Yes, U" centrano in pieno il bersaglio, prendendo una strada che li distingue da tutti gli altri. Il loro pop-rock si impreziosisce di momenti dark-wave (An Avalanche Of Stars) e di un pizzico di slow-core (Oh Me, Oh My) che danno al disco un'atmosfera fioca, intrisa di oscurità, sperimentazione e, perchè no, anche di attimi di dolcezza (The Face Of Love). Ballate tetre e dal sapore mesto si raffinano con inserti elettronici, con distorsioni dilatate e con feedback rumorosi (Rosa). Il tutto si traduce in un risultato dal tono autunnale, uggioso degno compagno di queste giornate grigie e piovose. Il canto non è così fondamentale come per altre band; qui la musica e le melodie la fanno da padroni. Resta comunque sempre ben interpretato in tutte le sue parti dalla voce introversa del bassista  Conrad Standish: a tratti si ha l'impressione si trasformi in un predicatore. Promettevano bene e non hanno affatto tradito...una piacevole novità che troverà tanti nuovi sostenitori!!! Da provare assolutamente!!!


Voto al disco: 7


















































Tracklist Giudizio
1. Black Ice

+


2. Oh Me, Oh My

++


3. Rosa

++


4. The Pest

+


5. As Sparks Fly Upwards

++


6. Mistakes

+


7. The Face of Love

++


8. An Avalanche of Stars

++


9. The Saddest Sound

+


10. Misericordia

(++)



lunedì 22 ottobre 2007

Radiohead - In Rainbows


anno: 2007


genere: IndieRock


links:


Sito ufficiale dove reperire il disco http://www.inrainbows.com/


Blog ufficiale sempre aggiornato http://www.radiohead.com/deadairspace/


Sito in italiano con tutti i testi e le traduzioni, molto bello e completo http://www.idioteque.it/


 


commento:


"...it is the 21st century" dice Tom Yorke in Bodysnatchers, e con questo album, anche la musica vi entra in modo definitivo sia a livello commerciale che a livello musicale. La modalità di distribuzione di "In Rainbows" è ormai nota a tutto il mondo: basta un click di mouse dal proprio computer, senza uscire di casa, e senza scucire un euro. Un gesto che abbiamo fatto tutti (...non negatelo!!!) tante volte per avere un disco; la rivoluzione, però, sta nel fatto di aver reso questo gesto legittimo. Non è una mossa dettata dall'arroganza di una superband strafamosa, è solo la presa di coscienza di quello che già ora è, e che col passare del tempo sarà sempre di più. Questo è il futuro, e come dai tempi di "Ok Computer", "Kid A" e "Amnesiac", i Radiohead dimostrano di vedere avanti dieci anni rispetto a tutti gli altri. Ad ogni modo il processo è ormai inarrestabile e quindi "se non puoi combatterli, fatteli amici". L'arte, sotto qualsiasi forma, è l'evidenza di quello che di buono l'Uomo (...con la U maiuscola...) è diventato, e tutti ne devono poter usufruire in modo libero e lontano dagli schemi commerciali (...con questo non voglio dire, da un piano meramente economico,  che non si debba pagare nulla...chi non  vorrebbe avere tutti i dischi originali pagando volentieri 3, 4 ,5 euro...certo che se i dischi costano 25 euro (...di cui 15 di tasse!!!), uno non ne potrà mai comprare 30 al mese!!!...perchè uno, che non puo' permetterselo economicamente, non puo' godere di questa bellezza??!! Non è giusto!!!). E poi, in fondo, cosa abbiamo in mano ora tutti: nient'altro che una serie in sequenza di freddi bit... L'opera d'arte vera e propria, quella da collezionare, da tenere da parte, da tirare fuori ogni tanto, la reliquia da mostrare e da toccare come qualcosa di vivo e pulsante, potremo sempre averla decidendo (...giustamente!!!) di acquistarla... Magari non a tutti interessa questo aspetto, ma è giusto che tutti abbiano la possibilità di poter recepire quello che l'artista ha da dire...e non sia mai che il messaggio faccia riflettere un po' di più questo povero mondo che va al catafascio...Grazie Tom!!! Dopo la filosofeggiata, torniamo al disco da un punto di vista musicale. "In Rainbows" non ha sicuramente l'impatto innovativo dei tre capolavori precedenti (Ok Computer - Kid A - Amnesiac ...non mi sono dimenticato di Hail To The Thief, ma lo reputo più un disco di protesta che un vero capolavoro, comunque sempre ottimo...); si presenta però come la summa dei tre: c'è un po' di ognuno in questo lavoro. Già dal primo ascolto il disco suona come un classico, come la colonna sonora del nostro tempo, sollevando tutti i dubbi, gli interrogativi e il pessimismo di fondo che attraversano la nostra epoca. Il quintetto di Oxford si presenta più in forma che mai: si abbandonano leggermente le sonorità elettroniche, tornano protagoniste le chitarre, la batteria e gli arrangiamenti d'archi di un perennemente ispirato Johnny Greenwood; ma come sempre, l'asso nella manica del gruppo, è il canto divino di Tom Yorke. Non si può far altro che perdersi e lasciarsi cullare dalla sua voce (...chiudete gli occhi e ascoltate "Nude"!!!). I Radiohead ci sono ancora, vanno dritti per la loro strada, e speriamo che continuino ancora per tanto tempo, perchè sento che ne abbiamo veramente bisogno...


Voto al disco: 7,5


















































Tracklist Giudizio
1. 15 Step

 +


2. Bodysnatchers

 ++


3. Nude

 ++


4. Weird Fishes/Arpeggi

 ++


5. All I Need

 ++


6. Faust Arp

 +


7. Reckoner

 ++


8. House Of Cards

 +


9. Jigsaw Falling Into Place

 ++


10. Videotape

 ++




 


 


 

martedì 2 ottobre 2007

iLiKETRAiNS - Elegies To Lessons Learnt



anno: 2007


genere: IndieRock


link: http://www.iliketrains.co.uk/


commento:


Il mese comincia alla grande...e speriamo che sia solo l'inizio. Gli iLiKETRAiNS sono una band inglese, di Leeds, che offre qualcosa di singolare in campo musicale. La leggenda vuole che si siano conosciuti in una stazione ferroviaria...sta di fatto che i cinque sono accomunati dalla passione per i treni (..il nome che hanno scelto è lapalissiano!!!) e nei live si presentano vestiti con le uniformi della British Railways. L'altro tema che li caratterizza è la storia (...si, quella che ci insegnano a scuola...): narrano di tragedie della storia inglese e usano la loro drammatica musica per raccontarcela. L'idea della band è quella di "proporre delle vicende dalle quali l'umanità avrebbe dovuto imparare, quando invece si continuano a fare sempre gli stessi errori". Questo "Elegies To The Lessons Learnt" è il secondo lavoro sulla lunga distanza e viene dopo l'ottimo "Progress/Reform" del 2006 (...disco più corto di questo, ma che contiene, a mio parere, la loro più bella canzone: "Terra Nova"...cercatela ne vale la pena...su YouTube si trova facilmente anche il video da cui si capisce chiaramente il fatto storico a cui si riferisce...Terra Nova era il nome della nave con cui Scott e i compagni raggiunsero l'isola di Ross per la conquista del Polo Sud...come si sa, fini' male per gli inglesi). Il dark e la new wave incontrano il post rock, in un connubio che ritrae delle magnifiche ballate, appassionanti fin dal primo ascolto. Il coagulante di tutto è poi la voce di David Martin: profonda, noir, baritonale, solenne e pacata (...quando il tono della canzone si alza e gli strumenti prendono il sopravvento, la voce non si scompone mai; si fa quasi fatica a percepirla, ma è sempre lì, in un equilibrio magico, perfetto...). E' una musica che ti sale nelle vene, lentamente dal basso, fino a che la senti affiorare dai pori...da pelle d'oca!!! Non è un disco facile; alcune canzoni sono lunghe; richiede attenzione e sicuramente non lo metterete in macchina il venerdì sera per uscire a far baldoria con gli amici...Questo è uno di quei dischi da ascoltare camminando su e giu' per la propria stanza, rimuginando fra se stessi, stando attenti a non perdere la piu' piccola sfumatura di quello che state ascoltando (...prima o poi il pavimento si consuma e cado di sotto!!!). Un disco di spessore, solitario, da affrontare con calma e senza mezze misure di giudizio: o lo ami, o lo odi...io credo optero' per la prima alternativa!!!


Voto al disco: 8






















































Tracklist Giudizio
1.We All Fall Down

++


2.Twenty Five Sins

++


3.The Deception

++


4.The Voice of Reason

++


5.Death of an Idealist

++


6.Remnants of an Army

++


7.We Go Hunting

++


8.Come Over

++


9.Spencer Perceval

++


10.Epiphany

/


11.Death Is The End

++