martedì 30 dicembre 2008

Dicembre 2008 - Tutti i dischi che ho ascoltato questo mese...


TitoliGiudizio
Vic Chesnutt, Elfpower & The Amorfous Strums - Dark Developments (2008)
6,5

The Bowebirds - Hymns For A Dark Horse (2008)
6,5

Theratmantics - Upbeat Love (2008)
6,5

The Primary Five - High Five (2008)
6,5

Okie Rosette - Leap Second (2008)
6

Eagles Of Death metal - Heart On (2008)
6

Crystal Stilts - Alight Of Night + EP (2008)
6

In Ear Park - Department Of Eagle (2008)
6

Vivian Girls - Vivian Girls (2008)
6

Gregory and The Hawk - Moenie and Kitchi (2008)
6

martedì 2 dicembre 2008

Novembre 2008 - Tutti i dischi che ho ascoltato questo mese...


TitoliGiudizio
The Killers - Day & Age (2008)
6,5

Borko - Celebrating Life (2008)
6,5

Julian Cope - Black Sheep (2008)
6,5

Herman Dune - Next Year In Zion (2008)
6,5

Grandaddy - The Sophtware Slump (2000)
6,5

The Dears - Missiles (2008)
6,5

The Dark Romantics - Heart Breaker (2008)
6,5

The Cure - 4:13  Dream (2008)
6

Eugene McGuinnes - Eugene McGuinnes (2008)
6

Kaiser Chiefs - Off With Their Heads (2008)
6

Snowpatrol - A Hundred Million Suns (2008)
6

Razorlight - Slipway Fires (2008)
6

The Spinto Band - Moonwink (2008)
6

The Mojomatics - Don't Pretend That You Know Me (2008)
6

Ralfe Band - Attic Thieves (2008)
6

Au Revoir Borealis - Dark Enough For Stars (2008)
6

Muginson - Mugiboogie (2007)
6

domenica 2 novembre 2008

Ottobre 2008 - Tutti i dischi che ho ascoltato questo mese...






















































































Titoli Giudizio
Glasvegas .- Glasvegas (2008)

8


Conor Oberst - Conor Oberst (2008)

7,5



Cold War Kids - Loyalty To Loyalty (2008)



6,5


Jenny Lewis - Acid Tongue (2008)

6,5


Ghosts Of Russian Empire - The Mammoth (2008)

6,5


Margot & The Nuclear So and So's - Not Animal (2008)

6,5


Everest - Ghost Notes (2008)

6,5


Plus / Minus - XS In Your Eyes (2008)

6,5


Everlast - Love, War and The Ghost Of  Whitey Ford (2008)

6


Blitzen Trapper - Furr (2008)

6


The Uglysuit - The Uglysuit (2008)

6


Oasis - Dig Out Your Soul (2008)

6


Giant Sand - ProVisions (2008)

6


Absentee - Victory Shorts (2008)

6


Liars - Liars (2007)

6


The Rosebuds - Life Like (2008)

6


Electric Six - Flashy (2008)

6


Land Of  Talk - Some Are Lakes (2008)

6


The Clash - Live At Shea Stadium (2008)

/



martedì 30 settembre 2008

Settembre 2008 - Tutti i dischi che ho ascoltato questo mese...






































































































Titoli Giudizio
The New Year - The New Year (2008)

8


Human Highway - Moody Motorcycle (2008)

7,5


Okkervil River - The Stand Ins (2008)

7,5


Glen Campbell - Meet Glen Campbell (2008)

6,5


Bodies Of Water - A Certain Feeling (2008)

6,5


Oxford Collapse - Bits (2008)

6,5


The Walkmen - You & Me (2008)

6,5


The Indelicates - American Demo (2008)

6,5


Uh Huh Her - Common Reaction (2008)

6,5


The Pigeon Detectives - Emergency (2008)

6,5


The Pineapple Thief - Tighly Unwound (2008)

6,5


Mogwai - The Hawk Is Howling (2008)

6,5


TV On The Radio - Dear Science (2008)

6,5


Amanda Palmer - Who  Killed Amanda Palmer (2008)

6,5


Deer Tick - War Elephant (2007)

6,5


The Verve - Forth (2008)

6


Matthew Sweet - Sunshine Lies (2008)

6


David Vandervelde - Waiting For The Sunrise (2008)

6


Ra Ra Riot - The Rhumb Line (2008)

6


The Stills - Oceans Will Rise (2008)

6


Parenthetical Girls - Entanglements (2008)

6


Puressence - Don't Forget To Remember (2008)

6


Kings Of Leon - Only By The Night (2008)

6



mercoledì 24 settembre 2008

The New Year - The New Year



anno: 2008


genere: IndieRock


link: http://www.thenewyear.net/


commento:


E' arrivato l'autunno...qualcuno si lamenta...a me l'autunno piace: è un momento in cui finalmente ti puoi prendere un po' di tempo per te, nel quale non sei obbligato a fare quello che fanno tutti...e se per caso cercate qualcosa che vi possa accompagnare nei vostri momenti di sospirata solitudine, è appena uscito un dischetto che fa al caso vostro. Immagino che qualcuno protesterà per un mezzo punto in piu' nel voto (...forse anche piu' di mezzo...). Probabilmente non avete ancora capito bene, seguitemi un secondo... Mi sono convinto, ascolto dopo ascolto, che la musica dei fratelli Kadane vada ascoltata da un particolare punto di vista, da una prospettiva diversa dal solito. Non sono normali canzoni. Qui i protagonisti non sono la voce o i testi, che sembra quasi servano solo da ornamento; le vere protagoniste qui sono le note: a loro è affidato il compito di raccontare le sensazioni e la delicatezza delle composizioni dei The New Year. Questa impostazione è sicuramente l'eredità di un tipo di musica tra post-rock e slow-core che era già caratteristica peculiare degli estinti Bedhead. Durante l'ascolto provate a prestare piu' attenzione alla parte melodica e strumentale nei singoli brani, piuttosto che all'intera canzone in sè, come normalmente si è portati a fare. Vi accorgerete che le cose da scoprire sono molte di più di quanto poteva sembrare. Bisogna avere un poco di pazienza per cercare di cogliere i dettagli che a prima vista sfuggono. Ad esempio il finale di "MMV", con il piano e le chitarre che si rincorrono come amanti, ha la capacità di ipnotizzarci e di accompagnarci in una dimensione parallela, sempre con una sensazione di serena malinconia. "Seven Days and Seven Nights" con quella pennata di chitarra acustica che si ripete insistentemente sopra ad un arpeggio elettrico, in un continuo crescendo, scandito dai colpi di grancassa, ricorda l'immagine di un fiore che dispiega i suoi petali lentamente fino a sbocciare nel pieno del suo splendore. O come in "Body and Soul", dove il pianoforte (...molto usato in tutto il disco...) introduce, dopo il cantato, un tenero lamento distorto di  chitarra: quasi come il canto delle balene che si disperde nell'immensità dell'oceano. Ascoltando questo disco si rischia di perdere la cognizione del tempo: le canzoni seppur brevi, danno tutte la sensazione di essere molto piu' lunghe. In mezzo a tutta questa dolce, calma e rilassata disillusione c'è pure spazio per alcune accelerazioni sia ritmiche che sonore: quasi dei respiri profondi, che servono a spingere fino in fondo ai polmoni la musica sentimentale dei The New Year. Manca forse l'acuto, il brano che ti fa spalancare la bocca dallo stupore, anche se le prime due canzoni del disco sono ogni volta un' esperienza da pelle d'oca... Avrete capito che questo disco mi piace... Lo so che non sarà così per tutti, ma dategli una possibilità... In questo periodo, quando non so bene cosa ascoltare, la decisione è obbligata...e mi è capitato che quando finisce, non resta altra scelta se non quella di ricominciare da capo... Quest'anno il passaggio di stagione ha per me una dolcissima colonna sonora...


Voto al disco: 8


















































Tracklist Giudizio
1. Folios

++


2. The Company I Can't Get

++


3. X Off Days

+


4. The Door Opens

+



5. MMV



++


6. Seven Days And Seven Nights

++


7. Wages Of Sleep

+


8. Body And Soul

++


9. My Neighborhood

++


10. The Idea Of You

++



domenica 14 settembre 2008

Human Highway - Moody Motorcycle



anno: 2008


genere: IndiePop


link: http://www.myspace.com/humanhighway


commento:


Pare che la vena artistica di Nick Thornburn non abbia alcuna intenzione di esaurirsi. A pochi mesi dall'uscita dello stupefacente "Arm's Way" il cantante-leader degli Islands ritorna con un nuovo progetto. Accompagnato dal cantante songwriter Jim Guthrie, che già aveva supportato gli Islands nel loro tour, mette assieme un nuovo lavoro con dodici canzoncine folk-pop sotto il nome di Human Highway. Registrato in pochi giorni, a casa di Guthrie a Toronto (...ma guarda un po'...), spicca per una semplicità compositiva sorprendente, ma, allo stesso tempo, anche per una profondità melodica deliziosa, che ti si insinua dentro all'istante. Se vogliamo questo lavoro rappresenta un po' anche l'altra anima di Thorburn: se con gli Islands pecca in pomposità ed epicità, qui ci dimostra la sua versatilità, con delle canzoni più essenziali, più intime; e questa capacità di variare così facilmente il proprio stile, restando sempre su certi livelli, è sintomo di vera classe!!! Disco easy-listening quindi, ma al quale non manca proprio nulla. Si passa dalle armonie sospese di "All Day" e "Get Lost", che hanno nelle rispettive parti strumentali il loro punto di forza (...quelle pennate di basso pulite e precise vibrano nello stomaco...), al pop trascinante ma un po' desolato di "What World". "Ode To Abner" è una piccola gemma di rara emotività. "Pretty Hair" è stata rubata direttamente da Arm's Way: ne conserva l'imprevedibilità e l'evoluzione continua di suoni, ritmi e melodia. Bellissima!!! Arriviamo così al tris d'assi finale (...qui il tasto repeat si è consumato...). Tre canzoni messe lì apposta per solleticare la nostra parte meno razionale: sono dolci, tenere, tenui pennellate di musica, che nella loro leggera inquietudine mi riconciliano con il mondo. "Duties Of The Lighthouse Keeper" con la romantica metafora del faro, non è una canzone triste ...è una canzone d'incitamento a non mollare mai. Infine, il commiato è affidato ad una cover, qui riarrangiata (...e rinominata) perfettamente per l'occasione. Niente altro, tutto qua. Ve lo dicevo che era un disco "semplice". E' uno di quei dischetti di contorno che tanto mi piacciono. Se avete la sensibilità giusta, questo Moody Motorcycle è una piccola dispensa di emozioni...


Voto al disco: 7,5


























































Tracklist Giudi
1. The Sound

++


2. All Day

++


3. Get Lost

++


4. What World

++


5. Sleep Talking

+


6. Moody Motorcycle

++


7. My Beach

+


8. Ode To Abner

++


9. Pretty Hair

++


10. Vision Failing

++


11. Duties Of A Lighthouse Keeper

++


12.  I Wish I Knew

++



lunedì 8 settembre 2008

Okkervil River - The Stand Ins



anno: 2008


genere: IndieFolk


link: http://www.okkervilriver.com/


commento:


Sono passati anni, cinque dischi, e sono ancora qui in piedi davanti alla cassa, con un disco degli Okkervil River in mano, ed ascolto a bocca aperta, stranito come se fosse la prima volta, quanto avvolgente, bella e unica sia la voce di Will Sheff. Nessuno dovrebbe privarsi del conforto che questa voce riesce a dare ai nostri timpani; conforto che da li schizza diritto in fondo al cuore per merito di una capacità compositiva e melodica fuori del comune. Ve lo dico subito: non è un capolavoro ...ma come sempre è un gran bel disco!!! Vale un po' il pensiero che avevo avuto (...sono andato a rileggermi cosa scrivevo...) per "The Stage Names", anche se qui l'impatto è stato (...per me) meno traumatico. Rimango dell'idea che il folk nero di "Black Sheep Boy" sia stato il picco (...non più raggiungibile??...), e che questo ripiegamento finale, su un folk più pop, non sia stata una scelta indovinata. Il differente tono si percepisce immediatamente dalle copertine dei dischi: "Black Sheep Boy" era solo nero e bianco davanti, e rosso sangue dietro. Le ultime due sono invece colorate (...anche se questa non è che si possa definire gioiosa!!!). Ma rivedendo ora la cosa, sono piu' propenso a considerare che non sia stata una scelta, ma bensì una fisiologica evoluzione alla quale non si poteva sfuggire. Quindi questo "The Stand Ins" è la naturale continuazione del cammino intrapreso con "The Stage Names". Sheff dice che nelle intenzioni iniziali, il primo avrebbe dovuto essere un album doppio. Questo "The Stand Ins" è quindi il secondo di quell'ideale album doppio. Tanto che i temi trattati nel primo vengono qui ripresi e rielaborati sotto altri punti di vista. Ma non pensate che sia una raccolta di scarti; anzi, io sono dell'idea che sia addirittura superiore al predecessore (...forse anche questo pensiero e dovuto all'impatto meno traumatico...mah...mi hai convinto Giallone!!!). I pezzi sopra le righe non macano di certo: "Lost Coastlines" ci regala l'ultimo duetto tra Sheff e Jonathan Meiburg, che ormai ha abbandonato la band per dedicarsi esclusivamente al suo progetto parallelo: gli Shearwater. La parte finale tra archi, fiati e il la-la-la di Sheff è qualcosa di assolutamente rasserenante. Non mancano nemmeno le più classiche ballate malinconiche alla Okkervil: "On Tour With Zykos" e la finale "Bruce Wayne Campbell Interviewed On The Roof Of The Chelsea Hotel, 1979" sono due canzoni da gelare il sangue nelle vene ...e non mi stanco di ripeterlo: chiudete gli occhi e ascoltate la voce di Will Sheff; vi accorgerete che in quel momento vi sta scavando dentro, e che riesce nell'impresa di infondere un po' di calore ad un certo freddo vuoto che ci si porta dentro. Sarà che è un  periodo così... sarà che oggi la sento in questo modo, ma "The Stand Ins" è un disco che nella sua concretezza definirei rassicurante. Andate a procurarvelo!!!


Voto al disco: 7,5






















































Tracklist Giudizio
1. The Stand Ins, One

/


2. Lost Coastlines

++


3. Singer Songwriter

++


4. Starry Stairs

++


5. Blue Tulip

++


6. The Stand Ins, Two

/


7. Pop Lie

+


8. On Tour With Zykos

++


9. Calling And Not Calling My Ex

+


10. The Stand Ins, Three

/


11. Bruce Wayne Campbell Interviewed On The Roof Of The Chelsea Hotel, 1979

++




lunedì 1 settembre 2008

Agosto 2008 - Tutti i dischi che ho ascoltato questo mese...


























































































Titoli Giudizio
The Rural Alberta Advantage - Hometowns (2008)

8,5


Hey Rosetta! - Into Your Lungs (2008)

8


The Hold Steady - Stay Positive (2008)

7


Wild Sweet Orange - We Have Cause To Be Uneasy (2008)

6,5


Albert Hammond Jr. - Como Te Llama (2008)

6,5


The Tunics - Somewhere In Somebody's Heart (2008)

6,5


Noah and The Whale - Peaceful, The World Lays Me Down (2008)

6,5


Dr. Dog - Fate (2008)

6,5


Radar Bros. - Auditorium (2008)

6,5


Silver Jews - Lookout Mountain, Lookout Sea (2008)

6,5


Fear Of Music - Actor/Actress (2008)

6,5


Sopor Aeternus - Les Fleurs Du Mal (2007)

6,5


Port O'Brien - All We Could Do Was Sing (2008)

6


Lowgold - Promise Land (2008)

6


Hayden - Everything I Long For (1995)

6


Son, Ambulance - Someone Else's Dejà Vu (2008)

6


The Rascals - Rascalize (2008)

6


Cajun Dance Party - The Colourful Life (2008)

6


Jeremy Warmsley - The Art Of Fiction (2008)

5,5


Brazilian Girl - New York City (2008)

5



lunedì 11 agosto 2008

The Rural Alberta Advantage - Hometowns



anno: 2008


genere: IndieRock


link: http://www.theraa.com/


commento:


Che vi dicevo poco piu' sotto... ecco un altro esordio canadese da lasciare di stucco!!! Questo gira ormai da giorni senza interruzione nel mio stereo e non mi stanca mai. I The Rural Alberta Advantage sono un tiro di Alberta e publicano il loro primo disco autoprodotto dopo un precedente EP omonimo. Le notizie sul loro conto che si riescono a recuperare non sono molte: dal loro sito ufficiale, Paul Banwatt, Amy Cole e Nils Edenloff, ci raccontano di loro che "...play indie-rock songs about hometowns and heartbreak". Parlano delle estati sulle montagne, degli inverni nelle aziende, del ghiaccio che si rompe a primavera, del boom petrolifero, dei minatori e "...mostly the songs just try to embrace the advantage of growing up in Alberta". Due ritengo siano le caratteristiche principali che possono descrivere la loro musica. Innanzitutto la parte vocale, che funziona come un vero e proprio strumento musicale, nel senso che è il canto a dettare la melodia, è lui che "suona", e tutti gli strumenti (...in verità pochi...) sembra servano solo ad accompagnarla. L'altro elemento distintivo è la parte ritmica: la batteria pare suonata da un ossesso, con continue sincopi e contrattempi, con uno stile che rende il ritmo pieno, schizzato, indiavolato. Inoltre il suono dei tamburi e dei piatti, forse sempre un po' sporco, fa pensare ad una batteria di bassa qualità (...un po' come quella che ho io in soffitta, ormai lì solo a prendere la polvere...), ma suonata con una carica e una destrezza che lascia attoniti. Questa è la dimostrazione che per avere dei colpi di genio non servono grandi budget, produttori di grido od orchestre complete al seguito. Quello che con pochi lampi da 2 - 3 minuti riescono a fare questi ragazzi mi stupisce e mi emoziona. La voce acidula del leader Nils Edenloff non vi suonerà nuova se avete ascoltato i Neutral Milk Hotel. In un'intervista ho letto che Edenloff non nega di essersi ispirato a Jeff Mangum, e che "In The Aeroplane Over The Sea" (...un mezzo capolavoro del 1998 ...se non lo avete dovete procurarvelo subito!!!) è infatti uno dei suoi dischi preferiti. E ancora, per rendere di più l'idea, a tratti, mi ricorda addirittura il cantato "disturbato" di un certo Billy Corgan dei tempi di "Siamese Dream" e " Mellon Collie..." (...se ne è accorta pure mia sorella ieri ascoltandoli ...quanto tempo, che nostalgia che mi sale!!!). Questo "Hometowns" è difficile da etichettare con un genere, e tante sono le sorprese che ci attendono lungo i suoi 38 minuti: piccole intuizioni, che rendono il lavoro insolito e geniale. Come ad esempio i beat elettronici della introduttiva "Ballad Of The RAA" che si contrappongono al finale lo-fi della stessa, che sembra registrato in uno scantinato; o come la ululata "Frank, AB" che non mi stupirei di sentire in qualche discoteca di nicchia tra qualche anno. Ascoltate la grazia della melodia delle due voci nella fantastica "Don't Haunt This Place", con quella batteria di cui parlavo prima, o la finale "In The Summertime", della quale purtroppo non conosco il testo, ma che sembra dare voce a quelle anime la cui unica colpa è quella di provare troppo sentimento!!! Sono rimasto affascinato da questi bozzetti di puro indie ...forse addirittura innamorato!!! Spero di avervi incuriosito, perchè sono convinto che sia veramente un ottimo lavoro, forse unico ...e se poi non l'ascolterete peggio per voi. Io ci ho provato. Questo è un disco da scoprire e del quale ci ricorderemo nelle classifiche di fine anno!!!


Voto al disco: 8,5






























































Tracklist Giudizio
1. The Ballad of The RAA

 ++


2. Rush Apart

 +


3. The Dethbridge in Lethbridge

 +


4. Don't Haunt This Place

 ++


5. The Deadroads

 ++


6. Drain the Blood

 ++


7. Luciana

 ++


8. Frank, AB

 ++


9. The Air

 +


10. Sleep All Day

 +


11. Four Night Rider

 ++


12. Edmonton

 ++


13. In The Summertime

 ++




martedì 5 agosto 2008

Hey Rosetta! - Into Your Lungs (and around your heart and on through your blood)


Hey Rosetta!anno: 2008


genere: IndiePop


link: http://www.heyrosetta.com/


commento:


Sembra proprio che questo sia l'anno del Canada: fino ad oggi le cose migliori che ho ascoltato vengono dal paese della foglia d'acero. Questo debutto degli Hey Rosetta! (...avevano già pubblicato un EP "Plan Your Escape" nel 2007) condensa in sè tutto quello che un disco di musica indie deve avere. Sono bravi questi sei ragazzi, provenienti da St. John's nell'isola di Terranova e il loro mix di folk, rock e pop ha un fascino particolare, che sembra proprio delle band native di questo paese. Come gli altri più famosi della stessa scena (Islands, Arcade Fire) fanno uso di molteplici strumenti e soluzioni: archi (violino, violoncello), strumenti a fiato (sassofono, tuba, tromba), piano, cori e backing vocals di ogni tipo. Attingono a piene mani da questa prolifica scena, ma reinterpretano il tutto con uno stile personale. La struttura canzone che prevale si costituisce di un inizio lento, abbozzato da poche note, a volte cantato sommessamente, tanto da dover alzare il volume dello stereo per poterlo apprezzare appieno. Poi interviene una svolta, in alcuni momenti progressiva, in altri immediata: il ritmo accelera, la voce di Tim Baker (...molto bravo!!!) si alza, canta a pieni polmoni, urla; gli strumenti si inseriscono a valanga, dando al sound una pienezza e una maturità che normalmente è difficile riscontrare. Il tono dimesso e malinconico, che sembra prevalere all'inizio delle canzoni, lascia il posto ad una rabbia positiva, ad una grinta insospettabile sulle prime (...tanto che l'unica vera canzone lenta è l'ultima). "New Goodbye" e " There's An Arc" sanno molto di Arcade Fire un po' meno orchestrali; "We Made A Pact" è praticamente musica classica, poesia e romanticismo "...and a smile is what I least expect / in the clutches of this darkness..."; "Tired Eyes" e "Holy Shit" rimuoveranno la scorza anche dai cuori più duri; "Thousand Suns" con i suoi ripetuti stacchi e riprese è perfetta. Ci sono dei piccoli passaggi a vuoto, dove forse sconfinano un po' troppo nel pop e magari si poteva fare meglio (...viste le potenzialità), ma mi rendo conto che è anche questione di gusti. La qualità c'è sempre. Quindi voto pieno, d'incoraggiamento, perchè è il disco d'esordio e come si suol dire ...se son rose, fioriranno!!! (...l'assonanza col nome del gruppo non era voluta...)


Voto al disco: 8


























































Tracklist Giudizio
1. New Goodbye

++


2. I've Been Asleep for a Long, Long Time

+


3. There's an Arc

++


4. Handshake the Gangster

++


5. Open Arms

+


6. Black Heart

+


7. Red Heart

+


8. We Made a Pact

++


9. Tired Eyes

++


10. Holy Shit (What a Relief)

++


11. Thousand Suns

++


12. Psalm

++




 

domenica 3 agosto 2008

The Hold Steady - Stay Positive


Hold Steady


anno: 2008


genere: IndieRock


link: http://www.theholdsteady.com/


commento:


Se ne parla poco in giro di questo disco, e mi dispiacerebbe se per questo passasse inosservato. Principalmente per il fatto che è un disco di buonissima musica. Lavoro energico, di puro e genuino rock'n'roll, proprio come piace a noi, quello messo assieme dai "vecchietti" The Hold Steady: cinque ragazzi di Brooklyn che hanno cominciato a suonare tardi (...erano già tutti trentenni quando l'avventura inizio' quasi per gioco...), e che oggi sono giunti al quarto album. Io ho anche i due precedenti, ma questo è senza dubbio il migliore. Il loro sound si poggia saldamente sulla tradizione rock a stelle e strisce, con qualche piccolo slancio verso piccole sperimentazioni. Un misto particolare di REM e Boss and E Street Band. Le chitarre lanciate a piena potenza dagli amplificatori, calde, vigorose, che saturano l'aria di elettricità; la voce nasale di Craig Finn che si adatta perfettamente a raccontare le sue storie alcooliche; la sezione ritmica sempre bilanciata e ben sostenuta. In mezzo a tutto questo si inserisce un veemente pianoforte (...mi piace il suono del piano!!!) suonato con impeto, che lancia le sue note in una melodia avvincente per intensità. In "Joke About Jamaica" (...my favourite song) c'è tutto questo, e c'è pure un assolo con finale di wah wah bellissimo, per nulla messo lì a caso (...quanto tempo era che non ascoltavo uno wah wah!!!). Certo i ragazzi non suonano musica "alla moda", ma per quelli che non disdegnano un sano tradizionalismo (...americano e anche ben suonato), il treno degli The Hold Steady è li, pronto a partire!!!


Voto al disco: 7






















































Tracklist Giudizio
1. Constrictive Summer

++


2. Sequestered in Memphis

+


3. One for the Cutters

++


4. Navy Sheets

+


5. Lord, I'm Discouraged

++


6. Yeah Sapphire

+


7. Both Crosses

+


8. Stay Positive

++


9. Magazines

++


10. Joke About Jamaica

++


11. Slapped Actress

++




 


 

Luglio 2008 - Tutti i dischi che ho ascoltato questo mese...






















































































Titoli Giudizio
Sigur Ros - Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust (2008)

7,5


The Fratellis - Here We Stand (2008)

7


Klimt 1918 - Just In Case We'll Nevere Meet Again (2008)

6,5


Notwist - The Devil, You + Me (2008)

6,5


My Morning Jackets - Evil Urges (2008)

6,5


Thomas Function - Celebration (2008)

6,5


Micah P. Hinson - ...and The Red Empire Orchestra (2008)

6,5


The Offspring - Rise and Fall, Rage and Grace (2008)

6,5


Hayden - In Field and Town (2008)

6,5


Titus Andronicus - The Airing Of Grievances (2008)

6,5


Tilly and The Wall - O (2008)

6


Foxboro Hot Tubes - Stop Drop and Roll (2008)

6


The Moldy Peaches - The Moldy Peaches (2001)

6


Mount Eerie - Black Wodden Ceiling Opening (2008)

6


She & HIm - Volume One (2008)

6


The Plastic Constellations - We Appreciate You (2008)

6


The Sleeping Years - We're Becoming Islands One By One (2008)

6


Monoral - Turbulence (2008)

6


No Age - Nouns (2008)

5,5



martedì 22 luglio 2008

BANDS APART FESTIVAL - Ferrara


INTERPOL in concerto - 15/07/2008


 3Questa volta non me la sono persa!!! L'altra volta me l'ero giocata, ma stavolta non mi sono fatto fregare (...una domanda sorge spontanea: sarà che non c'era Giovannino??!!...mah, ai posteri l'ardua sentenza...). Secondo concerto degli Interpol a distanza di pochi mesi uno dall'altro. Motivo? Dovevo per forza di cose controbattere ad uno stupendo regalo di compleanno con un'altro di pari valore. Quindi ho "dovuto" portare la mia amica Emi a vedere Banks e soci (...a lei piacciono tanto, e non li aveva mai visti ...infatti credo abbia apprezzato...ahahah!!!). Quindi ancora a Ferrara (Bands Apart Festival), dove già ero stato l'anno scorso a sentire i Bright Eyes. Questa volta il clima è stato più clemente: una fresca brezza ha soffiato per tutto il tempo rendendo la serata molto piacevole. Piccolo antipasto con i belgi dEUS. Alle 22:30 le luci si abbassano.4 Un'intro di un paio di minuti, e finalmente si attacca con la tanto desiderata "Pioneer To The Falls", con subito in coda "Slow Hands". Un uno-due così, senza preavviso, da restare a bocca aperta. Brividi!!! Noi, posizionati in una zona leggermente defilata sulla destra...ma sicuramente comoda e arieggiata (...!!??), abbiamo goduto di una grintosa performance dei nostri beniamini, assieme ad un pubblico molto coinvolto ed appassionato. Questa volta devo dire che si sono relazionati tutti molto di più con gli spettatori, e Paul (...il plurilaureato??) ha lanciato anche qualche frase in inglese (...chiaramente da me non colta...) tra i vari "grazie" che elargiva con soddisfazione. Nella sempre suggestiva cornice di Piazza Castello, gli Interpol hanno regalato ai loro fans una bellissima serata di musica molto ben suonata, forse proprio per la partecipazione e l'impegno che mi è sembrato abbiano messo 15072008(001)in questa prova. "The Heinrich Maneuver", "Mammoth", "No I Threesome", "Evil", "C'mere": pezzo dopo pezzo, qualche cantatina qua e là, e la serata è passata in un attimo. A mezzanotte i ragazzi si congedano. E' stato veramente un ottimo concerto, migliore, a mio avviso, di quello di Milano. Forse Ferrara è un po' lontana da casa nostra, ma, come sempre, ne è valsa la pena. Ah, dimenticavo: ancora auguri Emi!!


Le foto del mio cell sono come sempre tristissime; quelle belle erano nel cell di Emi che è (...giustamente) morto ieri, senza che abbia avuto tempo di scaricarle ...se in questi giorni riesco a rianimarlo e ne ricavo qualcosa, lo postero' in seguito. Sfortunaccia infame!!! I video non ve li propongo nemmeno: a parte il fatto che ci cantavamo sopra e che quindi sono da evitare accuratamente, erano inguardabili...questo, trovato su YouTube è carino: "Slow Hands"...il tipo era ben posizionato...   


domenica 20 luglio 2008

Sigur Ros - Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust



anno: 2008


genere: IndiePop


link: http://www.sigur-ros.co.uk/


commento:


Non fate il mio stesso sbaglio!!! Non fermatevi dopo le prime canzoni pensando che questa volta i Sigur Ros vi abbiano tradito. Già il singolo "Gobbledigook" mi aveva fatto storcere il naso, e così, una volta arrivato alla quarta canzone, l'ho abbandonato per un po' di tempo sullo scaffale. Gravissimo errore!!! I primi due pezzi sono assolutamente spiazzanti (...anche se "Inní Mér Syngur Vitleysingur" mi piace, con quella sua atmosfera giocosa...), "Gódan Daginn" resta lì in bilico, e infine " Vid Spilum Endalaust" è forse il pezzo che amalgama di più le due anime (...diciamo così) di questo "Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust" (...significa "con un ronzio nelle orecchie suoniamo all’infinito" ...mi piace!!!). Sono delle canzoni folk-pop con melodie brillanti e ritmi più veloci, che ci mostrano un lato dei Sigur Ros che personalmente non mi sarei mai aspettato. Ma finalmente (...!!!) si arriva a "Festival", e da qui in poi ritroviamo le atmosfere che ce li hanno fatti amare. Nei suoi nove minuti si entra di nuovo nel mondo etereo che la loro musica è capace di materializzare: prima parte con la voce di Birgisson bella come non mai, e finale con ingresso di batteria martellante e crescendo orchestrale. Magistrale, bellissima, un capolavoro!!! "Ára Bátur" è un'altra canzone da suggestioni islandesi, con inizio di voce e piano, e finale d'archi che è una valanga di emozioni. "Fljótavík" ci propone nuovamente il trio voce-piano-archi per un'altra tempesta emotiva, più corta delle altre, ma non per questo meno toccante. Si finisce con "All Alright", lentissima, dolcissima e cantata per alcune parti in inglese (...prima e unica volta in tutta la loro discografia). Queste quattro da sole valgono il voto del disco. Resta da capire se questo sia un preludio ad una sorta di evoluzione nella loro musica. Lasciatemelo dire: io spero proprio che questo non avvenga mai. Nessuno riesce a farti rabbrividire anche quando fuori il caldo dell'estate la fa da padrone ...ed è una sensazione alla quale non vorrei mai rinunciare!!!


Voto al disco: 7,5






















































Tracklist Giudizio
1. Gobbledigook

+


2. Inní Mér Syngur Vitleysingur

++


3. Góðan Daginn

+


4. Við Spilum Endalaust

+


5. Festival

++


6. Suð Í Eyrum

++


7. Ára Bátur

++


8. Illgresi

+


9. Fljótavík

++


10. Straumnes

(++)


11. All Alright

++



mercoledì 9 luglio 2008

The Fratellis - Here We Stand


the fratellis


anno: 2008


genere: IndieRock


link: http://www.thefratellis.com/


commento:


 


Ascoltare musica è anche (...e principalmente) una questione di puro e semplice divertimento. Questo ne è un perfetto esempio!! Niente argomenti seriosi o riflessivi, nessuna tecnica degna di nota, nulla di innovativo o rivoluzionario: solo una naturale e spensierata voglia di cantare, ballare e far baldoria insieme!!! Anche perchè, non credo che nemmeno loro stessi si siano mai prefissati niente di più ...e quello che si propongono di fare , lo fanno benino! Dai!! I The Fratellis, trio di Glasgow, pubblicano il loro secondo disco, dopo il fortunato "Costello Music" del 2006, contenente un paio di singoli bomba (...pure dotati di uno stile personale e particolare), che li avevano proiettati al top della classifica UK ("Henrietta", "Chelsea Dagger"). Quindi, anche qui, un rock-pop "leggero", facilmente digeribile, ammiccante fin da subito, spedito a tutta velocità. Anche se in generale, sicuramente minore rispetto al lavoro precedente. Ma a me piace e li ascolto volentieri, senza starci troppo a pensare su... quindi ve li segnalo, e vi assicuro che tutte le doppiocrociate staranno a loro agio tra i files che state preperando per le vacanze ormai prossime... Nel voto gli regalo certamente qualcosina. Prendetelo per quello che è: un disco spensierato!! ...e, a mio parere, ogni tanto, un disco così ci fa stare bene!!!


Voto al disco: 7


























































Tracklis Giudizio
1. My Friend John

++


2. A Heady Tale

+


3. Shameless

++


4. Look Out Sunshine!

+


5. Stragglers Moon

+


6. Mistress Mabel

+


7. Jesus Stole My Baby

0/+


8. Baby Doll

++


9. Tell Me A Lie

++


10. Acid Jazz Singer

++


11. Lupe Brown

++


12. Milk & Money

+



venerdì 4 luglio 2008

Giugno 2008 - Tutti i dischi che ho ascoltato questo mese...














































































Titoli Giudizio
Islands - Arm's Way (2008)

8


The New Year - The End Is Near (2004)

7,5


The New Year - Newness Ends (2001)

7


Mates Os State - Re-Arrange Us (2008)

6,5


Electric President - Sleep Well (2008)

6,5


Shearwater - Rook (2008)

6,5


The Dresden Dolls - No, Virginia... (2008)

6,5


Le Luci Della Centrale Elettrica - Canzoni Da Spiaggia Deturpata (2008)

6,5


Coldplay - Viva La Vida Or Death and All His Friends (2008)

6,5


Wolf Parade - At Mount Zoomer (2008)

6,5


The National - The Virginia EP (2008)

6,5


Madrugada - Madrugada (2008)

6,5


Vincent Vincent and The Villains - Gospel Bombs (2008)

6


The Zutons - You Can Do Anything (2008)

6


Le Man Avec Les Lunettes - ? (2007)

6


The Wave Picture - Instant Cofee Baby (2008)

6


Joy Division - The Best Of Joy Division (2008)

/



sabato 28 giugno 2008

The New Year - Newness Ends


The New Year - Newness Endsanno: 2001


genere: IndieRock


links:


1http://www.thenewyear.net/


2http://www.myspace.com/thenewyear



 


 


 


 Voto al disco: 7


















































Tracklist Giudizio
1. Half a Day

++


2. Reconstruction

+


3. Gasoline

+


4. Great Expectations

++


5. Simple Life

++


6. One Plus One Minus One Equals One

++


7. Alter Ego

++


8. Block That Doesn't Exist

++


9. Carne Levare

++


10. Newness Ends

++




The New Year - The End Is Near


The New Year - The End Is Near


anno: 2004


genere: IndieRock


commento:


Navigando qua e là, sono capitato casualmente sul blog musicale di un ragazzo, che annunciando l'uscita del prossimo disco parlava di questi The New Year, postandone anche un video. Meritava un approfondimento. Così, anche se in ritardo di anni, mi "vedo costretto" a segnalarvi questi due dischi che non dovrebbero mancare a nessuno!!! I The New Year sono il nuovo progetto dei due fratelli Bubba e Matt Kadane dal Texas. Il loro primo gruppo si chiamava Bedhead, con il quale hanno pubblicato tre album dal '94 al '98. Poi il gruppo si scioglie e nel 2001 i due fratelli si ripresentano sulle scene con il nuovo nome (...per approfondire cercate su Ondarock ...biografia con un titolo ad hoc!!). La differenza principale tra i due progetti è che il secondo, pur conservando quei tratti inquieti e quella vena nostalgica nella melodia, acquista in ritmo e velocità. Un'evoluzione quindi ...e che bella evoluzione!!! il primo disco, "Newness Ends", forse più compatto, scorre via senza quasi accorgersene: dieci canzoni sincere ed intense, con dei crescendo che dolcemente ci accompagnano verso territori di rara sensibilità. Ma è il secondo, con il quale a mio parere, fanno il botto. "The End Is Near" aggiunge rispetto al predecessore anche delle variazioni sonore, che lo rendono , se volgiamo, più pop, più fruibile a tanti. Forse un po troppo costante nella prima parte, dopo la bellissima "The End's Not Near", arpeggiata e sporcata da feedback e distorsioni, che sono come lacrime che scendono lentamente. Ma poi splendido nella seconda. "Disease" è un brivido gelato lungo la schiena. La voce sempre messa in secondo piano rispetto alla musica, dona alle composizioni un senso di intimo ...quasi di timidezza, di fragilità. La musica dei fratelli Kadane ci arriva così: essenziale e diretta al cuore, anche lungo le parti strumentali distorte (...un po' alla Pavement), come in "18" (...è un finale fantastico!!!). A questo punto aspetto con ansia il 9 settembre, data prevista per l'uscita del nuovo omonimo lavoro (...o almeno così si capisce dal sito della Touch & Go Records). Le buone premesse ci sono tutte!!!


Voto al disco: 7,5














































Tracklist Giudizio
1. The End's Not Near

++


2. Sinking Ship

++


3. Chinese Handcuffs

+


4. Plan B

+


5. Disease

++


6. Age Of Conceit

++


7. Start

++


8. 18

++


9. Stranger To Kindness

++



giovedì 19 giugno 2008

ARENA CIVICA - Milano


RADIOHEAD in concerto - 17/06/2008


radiohead_1


Alla fine il gran giorno è arrivato!!! Dopo 7 mesi di incubazione sul fondo del cassetto della mia scrivania, è arrivato il tanto agognato momento di riesumare il ticket del concerto dell'anno. Con Giovannino alla guida, io ed Emi a supporto, partenza da Bergamo alle ore 19.30 (classico...impossibile arrivare in orario...) sotto ad un diluvio torrenziale che non lasciava presagire nulla di buono. Invece, a dispetto delle mie pessimistiche previsioni: viaggio tranquillo, un poco di coda in barriera svicolata con destrezza, un paio di semafori sotto le precise indicazioni di Emi ed eccoci parcheggiati alle 20.40 in una viuzza vicino all'Arena Civica (...questa volta proprio una  botta di c..o ...parcheggio pure semi-lecito). Giu' dalla macchina: ha smesso anche di piovere!!! 5 minuti e siamo sul prato, ormai diventato una poltiglia di fango ...poco importa. Incontro con la solita combriccola di afecionados (...saluto tutti ragazzi!!!), nemmeno il tempo di dirsi ciao che si comincia. Siamo anche posizionati in un buon posto (al centro...leggermente sulla destra...), dal quale si vede abbastanza bene e la musica (...non molto forte, a dire il vero...) arriva chiaramente. Thom e soci sono là, ad una cinquantina di metri, e partono a capofitto con "15 Steps" e "Bodysnatcher". Il palco è grande; sopra di esso sono posizionati dei tubi che si illuminano e creano degli effetti visivi molto belli. Intanto sui megaschermi vengono presentati dei collages di immagini riprese da svariate telecamere poste in diversi punti sul palco.


radiohead_5Cosi' non ci resta altro che ballare e ciondolare a ritmo della a-noi-piu'-che-nota musica, rapiti dagli effetti che la scenografia mette in campo. Per quanto riguarda la tracklist che dire: a me, qualsiasi cosa avessero deciso di suonare sarebbe comunque andata bene...ognuno ha le sue preferite, ma in mezzo alla loro produzione come si fa a scegliere...avrebbero dovuto suonare per 3 giorni di fila per accontentare i gusti di tutti!!! Comunque come non menzionare "All I Need", "Nude", "Reckoner" dall'ultimo album, e le immortali "Street Spirit" e "Karma Police" (...che già avevo sentito a Bergamo nel Luglio 2003...impossibile dimenticare Tom che fa "...this is the last song..." e intona i primi accordi con la chitarra acustica...lì una lacrima mi è caduta dall'emozione!!!). Ma il momento migliore di tutti (...almeno per il sottoscritto...) è stato "Exit Music". Un po' non me l'aspettavo, un po' la sognavo: sta di fatto che mi viene ancora la pelle d'oca a pensarci!!! Tutto il pubblico (...quasi tutto) ha capito, e ha ascoltato in un silenzio irreale, rapito dalla voce di Thom, fino all'entrata della batteria, momento nel quale siamo esplosi tutti all'unisono cantando il finale a squarciagola. Un momento unico ed indimenticabile!!! La cosa eccezionale è che, come sempre, dal vivo i pezzi sembrano suonati meglio che nella versione su disco...fantastici!!! Ad un certo punto, Thom riesce perfino a ragguagliarci sulla qualificazione dell'Italia, e sul palco mixano uno spezzone di telecronaca all'inizio di una canzone ...tutto fatto sul momento. Cosi', dopo 24 canzoni, ci avviamo verso l'uscita, un poco storditi, ma con la certezza di aver vissuto un'altra grande emozione. Thanks Radiohead!!! Thanks Thom!!! ...è riuscito persino a far arrivare l'estate, è un dio!!!



Le foto sono di Giovannino (Thanks!!). Non abbiamo fatto video...questo l'ho trovato sul Tubo, è proprio del momento di Exit Music. Cosi' vi potete fare un'idea, e per chi non c'era ...ora sa cosa si è perso!!!!


P.S.: ...state attenti ai suoni che fa il Greenwood prima del finale...ahhhh che bravo....e che botta morale!!!WOW!!!!


                          

mercoledì 4 giugno 2008

Islands - Arm's Way


anno: 2008


genere: IndiePop


link: http://www.islandsareforever.com/


commento:


Ecco!!!... finalmente abbiamo il primo "discone" dell'anno. Seconda uscita per gli Islands, band canadese di Montreal, fondata da Nick Diamonds (...in realta' di cognome fa Thorburn...) dopo lo scioglimento del suo primo progetto, gli Unicorns (...vi consiglio anche questi, gia' che ci sono...). "Arm's Way" esce a tre anni dal promettente "Return To The Sea", che gia' lasciava intravedere enormi potenzialita', e ci consegna un gruppo in grandissima forma. Un'opera che definirei maestosa per durata, per molteplicita' di generi e per fantasia compositiva. Un'opera articolata, ma allo stesso tempo organica e coesa; difficile da decifrare in tutte le sue innumerevoli sfaccettature, se non dopo numerosi e scrupolosi ascolti; ma se avrete la pazienza di dargli fiducia, vi ripaghera' appieno del tempo che gli avrete dedicato. Allora facciamo un rapido giro insieme su questa giostra sonora che è "Arm's Way"!!! Fin dall'iniziale "The Arm" si intuisce la complessita' dell'opera che abbiamo di fronte: chitarre e violini la fanno da padroni, e la melodia si sottrae alla canonica struttura strofa - ritornello. Si passa poi alla coinvolgente "Pieces Of You" che contiene uno dei pochi ritornelli che si riusciranno a ricordare alla fine... Con "J'Aime Vous Voire Quitter" si parte a razzo con le chitarre e un cantato incalzante, per poi finire in un assolo strumentale dal sapore caraibico. "Abominable Snow" è un continuo alternarsi di ritmi lenti e veloci fino all'esplosione degli ultimi quaranta secondi: quasi da pogo. Fin'ora abbiamo sentito un poco di tutto (pop, rock, folk)... mancava un pezzo più elettronico... e allora ecco "Creeper", con la sua batteria danzereccia. Con "Kids Don't Know Shit" continua l'altalena tra lento e veloce, con un bellissimo ingresso rock di chitarre e batteria che va a sfociare in un finale con archi e fiati. Ok, siamo a meta'... e uno pensa "Beh, adesso caleranno...". Invece col cavolo!!! La mite melodia di "Life In Jail" si evolve fino a terminare in un finale corale. "In The Rushes" ha una melodia in continua trasformazione (...ma quante volte cambia!!!), con un'iniziale arrangiamento d'archi che provoca una sensazione d'inquietudine, e un canto che va dal sussurrato al corale, dall'isterico all'effettato. Anche "We Swim" segue un po' il progredire della precedente, crescendo fino ad un bellissimo finale. Arriviamo cosi' a "To A Bond": la mia preferita. Sette minuti e mezzo in perfetto Canadian Indie Style (...passatemi la definizione...): archi, suonati e pizzicati, e batteria si inseguono in modo geniale e perfetto per buona parte della canzone, fino a confluire in un finale strumentale per nulla tedioso. "I Feel Evil Creeping In" è molto ben cantata e contiene il secondo ritornello ricordabile di tutto l'album. Ma ormai siamo alla fine e gli Islands ci salutano con gli undici minuti di "Vertigo (If It's A Crime)". Quando sembra che il pezzo finisca, inizia un finale strumentale bello all'inizio, ma forse troppo monotono nel finale. Di che cosa ci si puo' lamentare? Sono passati 70 minuti nei quali non ci hanno lasciato nemmeno per un secondo... perdoniamogli questa veniale leziosità. In conclusione, un'opera quasi epica, che ha forse proprio negli eccessi il suo punto debole... ma di fronte ad un lavoro cosi', non posso fare altro che inchinarmi. Veramente notevole!!! Complimenti!!!


Voto al disco: 8


























































Tracklist Giudizio
1. The Arm

++


2. Pieces Of You

++


3. J'Aime Vous Voir Quitter

++


4. Abominable Snow

++


5. Creeper

++


6. Kids Don't Know Shit

++


7. Life In Jail

++


8. In The Rushes

++


9. We Swim

++


10. To A Bond

++


11. I Feel Evil Creeping In

++


12. Vertigo (If It's A Crime)

++




 


 


 

Maggio 2008 - Tutti i dischi che ho ascoltato questo mese...






























































































































Titoli Giudizio
Cloud Cult - Fell Good Ghosts (Tea-Partyng Through Tornadoes)(2008)

7,5


The Last Shadow Puppets - The Age Of Understatement (2008)

7


Tindersticks - The Hungry Saw (2008)

6,5


Raconteurs - Consolers Of The Lonely (2008)

6,5


South - You Are Here (2008)

6,5


Neva Dinova - You May Already Be Dreaming (2008)

6,5


Neva Dinova - The Hate Yourself Change (2005)

6,5


The Hush Sound - Goodbye Blues (2008)

6,5


The Courteeners - St. Jude (2008)

6,5


Phantom Planet - Raise The Dead (2008)

6,5


Spiritualized - Songs In A & E (2008)

6,5


Hospital Bombers - Footnotes (2008)

6,5


The Young Knives - Superabundance (2008)

6


Grand Archives - The Grand Archives (2008)

6


Tokyo Police Club - Elephant Shell (2008)

6


The Long Blondes - Couples (2008)

6


Songdog - A Wretched Sinners Song (2008)

6


The Tellers - Hands Full Of Ink (2008)

6


Retribution Gospel Choir - Retribution Gospel Choir (2008)

6


Death Cab For Cuties - Narrow Stairs (2008)

6


The Duke Spirit - Neptune (2008)

6


The Shortwave Set - Replica Sun Machine (2008)

6


Constantines - Kensington Heighs (2008)

6


Elle Milano - Acres Of Dead Space Cadet (2008)

6


The Feeling - Join With Us (2008)

6


Cut / Copy - In Ghosts Colours (2008)

6


Scott Matthews - Scott Matthews (2008)

5,5


Plants and Animals - Parc Avenue (2008)

5,5


Excepter - Debt Dept. (2008)

5



venerdì 9 maggio 2008

Cloud Cult - Feel Good Ghosts (Tea-Partying Through Tornadoes)



anno: 2008


genere: IndiePop


link: http://www.cloudcult.com/


commento:


Craig Minowa, leader, fondatore e cantante dei Cloud Cult ha dichiarato che questo potrebbe essere il loro ultimo album. Se cosi' fosse, perderemmo un grande artista e un geniale arrangiatore capace di creare una musica che si puo' considerare una summa dell'Indie degli ultimi anni. Si perchè dentro alle sue composizioni, che svariano con una facilita' personalissima dall'acustico all'elettronico, dall'orchestrale al rock, dal pop al folk, possiamo ritrovare accenni a molti: Eels, Arcade Fire, Decemberists, Flaming Lips, Bright Eyes, Modest Mouse, Sparklehorse, Grandaddy, Built To Spill (...che lista...). La musica dei Cloud Cult è imprevedibile; mai segue schemi classici. Le canzoni si evolvono in pochi secondi, sia nella ritmica che nei suoni, intonati dai numerosi strumenti che i cinque componenti del gruppo sanno suonare (altre due persone fanno parte del gruppo come visual artist, tra cui la moglie di Craig). Craig Minowa è un personaggio strano, schivo, un ambientalista convinto. Allergico allo showbiz (...i dischi se li produce da solo...). Di pubblicità e promozione non se ne parla neppure. Minowa è anche un padre segnato dalla perdita (...alcuni anni fa...) del proprio figlio di soli due anni. Questo è il loro sesto album; io ho anche i due precedenti: "The Meaning Of 8"  del 2007 (...per me il minore dei tre...) e "Advice From The Happy Hippopotamus" del 2006 (...molto bello, al pari di questo!!!). Vi invito ad ascoltarli perchè, per un orecchio abituato a certi suoni, non sarà tempo perso...ve l'assicuro!!! Non vi dico altro, se non che l'ultima canzone mi ha particolarmente toccato per il dolce messaggio che interpreta: una corale dichiarazione d'amore per tutti...si, credo si possa intendere... per la vita in sè!!! Mi ha commosso. Speriamo che Craig ci ripensi e non smetta mai di scrivere canzoni.


Voto al disco: 7,5






























































Tracklist Giudizio
1. No One Said It Would Be Easy

++


2. Everybody here is a Cloud

++


3. The Tornado Lessons

+


4. When Water Comes to Life

++


5. Must Explore

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6. Journey of the Featherless

+


7. The Ghost inside Our House

+


8. It's What You Need

+


9. Story of the Grandson of Jesus

+


10. Hurricane and Fire Survival Guide

+


11. May Your Hearts Stay Strong

++


12. The Will of a Volcano

++


13. Love You All

++