lunedì 8 settembre 2008

Okkervil River - The Stand Ins



anno: 2008


genere: IndieFolk


link: http://www.okkervilriver.com/


commento:


Sono passati anni, cinque dischi, e sono ancora qui in piedi davanti alla cassa, con un disco degli Okkervil River in mano, ed ascolto a bocca aperta, stranito come se fosse la prima volta, quanto avvolgente, bella e unica sia la voce di Will Sheff. Nessuno dovrebbe privarsi del conforto che questa voce riesce a dare ai nostri timpani; conforto che da li schizza diritto in fondo al cuore per merito di una capacità compositiva e melodica fuori del comune. Ve lo dico subito: non è un capolavoro ...ma come sempre è un gran bel disco!!! Vale un po' il pensiero che avevo avuto (...sono andato a rileggermi cosa scrivevo...) per "The Stage Names", anche se qui l'impatto è stato (...per me) meno traumatico. Rimango dell'idea che il folk nero di "Black Sheep Boy" sia stato il picco (...non più raggiungibile??...), e che questo ripiegamento finale, su un folk più pop, non sia stata una scelta indovinata. Il differente tono si percepisce immediatamente dalle copertine dei dischi: "Black Sheep Boy" era solo nero e bianco davanti, e rosso sangue dietro. Le ultime due sono invece colorate (...anche se questa non è che si possa definire gioiosa!!!). Ma rivedendo ora la cosa, sono piu' propenso a considerare che non sia stata una scelta, ma bensì una fisiologica evoluzione alla quale non si poteva sfuggire. Quindi questo "The Stand Ins" è la naturale continuazione del cammino intrapreso con "The Stage Names". Sheff dice che nelle intenzioni iniziali, il primo avrebbe dovuto essere un album doppio. Questo "The Stand Ins" è quindi il secondo di quell'ideale album doppio. Tanto che i temi trattati nel primo vengono qui ripresi e rielaborati sotto altri punti di vista. Ma non pensate che sia una raccolta di scarti; anzi, io sono dell'idea che sia addirittura superiore al predecessore (...forse anche questo pensiero e dovuto all'impatto meno traumatico...mah...mi hai convinto Giallone!!!). I pezzi sopra le righe non macano di certo: "Lost Coastlines" ci regala l'ultimo duetto tra Sheff e Jonathan Meiburg, che ormai ha abbandonato la band per dedicarsi esclusivamente al suo progetto parallelo: gli Shearwater. La parte finale tra archi, fiati e il la-la-la di Sheff è qualcosa di assolutamente rasserenante. Non mancano nemmeno le più classiche ballate malinconiche alla Okkervil: "On Tour With Zykos" e la finale "Bruce Wayne Campbell Interviewed On The Roof Of The Chelsea Hotel, 1979" sono due canzoni da gelare il sangue nelle vene ...e non mi stanco di ripeterlo: chiudete gli occhi e ascoltate la voce di Will Sheff; vi accorgerete che in quel momento vi sta scavando dentro, e che riesce nell'impresa di infondere un po' di calore ad un certo freddo vuoto che ci si porta dentro. Sarà che è un  periodo così... sarà che oggi la sento in questo modo, ma "The Stand Ins" è un disco che nella sua concretezza definirei rassicurante. Andate a procurarvelo!!!


Voto al disco: 7,5






















































Tracklist Giudizio
1. The Stand Ins, One

/


2. Lost Coastlines

++


3. Singer Songwriter

++


4. Starry Stairs

++


5. Blue Tulip

++


6. The Stand Ins, Two

/


7. Pop Lie

+


8. On Tour With Zykos

++


9. Calling And Not Calling My Ex

+


10. The Stand Ins, Three

/


11. Bruce Wayne Campbell Interviewed On The Roof Of The Chelsea Hotel, 1979

++




5 commenti:

  1. Una recensione perfetta, per me l'apice però l'hanno toccato con "Don't fall in love with everyone you see" e con il successivo "Down the river of golden dreams", quando li ascoltai rimasi stupito da tanta ispirazione.

    RispondiElimina
  2. Thanks!!!...su questo siamo in sintonia quindi...e credo non poteva essere altrimenti...

    ...eh bè, stiamo parlando di lavori ben oltre la media...sono d'accordo!!!

    In "Down the river of golden dreams" c'è una delle mie canzoni preferite degli Okkervil: "The War Criminal Rises and Speaks" ...è una picconata al cuore!!!
    Saluti!!!

    RispondiElimina
  3. Dopo il tanto acclamato "Apologies to the queen Mary", i Wolf Parade ci regalano un superbo "At mount zoomer". La new wave che ci piace... Nel mio stereo. ;-)

    RispondiElimina
  4. Ottimo Giallone... Lo devo sentire bene Conor... Ho poco tempo in sto periodo...ma ci sto pensando...

    Ciao!!!!

    RispondiElimina
  5. picconata al cuore si genki..
    baci emi

    RispondiElimina