Arctic Monkeys - Suck It and See

anno: 2011
genere: IndieRock
link: http://www.arcticmonkeys.com/
commento:Non sono mai stato un grande fan degli Arctic Monkeys, ma in questo nuovo "Suck It and See" ho trovato delle gradevoli idee che hanno avvicinato i miei gusti personali, più che in ogni precedente lavoro. Leggo in giro che per la critica questo è un album abbastanza controverso: chi ha amato i primi Arctic Monkeys di "Whatever People Say I Am, That's What I'm Not" credo si senta un po' tradito dalla virata, che si può anche definire "pop", della band di Alex Turner; ma si trovano anche dei giudizi positivi, e io mi sento di sostenere questo secondo parere. Anche questo è stato registrato a Los Angeles, come il precedente "Humbug"; si discosta però dalle sonorità più stoner-rock care a Josh Homme che li ha guidati nella produzione la volta precedente. Anzi, forse qui più che mai, si lascia spazio a ballate melodiche, che negli episodi precedenti non trovavano spazio. Ma che il talento compositivo di Alex Turner avesse tra le sue corde anche momenti più emotivi e (...perchè no?!?) romantici lo si era già intuito da quando ci aveva deliziato con il progetto parallelo dei The Last Shadow Puppets's , assieme a Miles Kane.
E' quindi chiaro che a mio parere l'apice si raggiunga con la doppietta "Piledriver Waltz" e "Love Is A Laserquest"; ma notevoli sono anche la spigliata "Black Treacle" (...che bella la voce qui...bravo Alex!!!), la spensierata "The Hellcat Spangled Shalalala" e la più "heavy" "Don't Sit Down 'Cause I've Moved Your Chair", ma anche tutto il resto non si fa disprezzare, e nel complesso è proprio un buon disco...il mio preferito delle scimmie artiche.
Aggiungo che questa estate sono riuscito anche a vederli live al Festival di Benicassim, assieme al sempre fedele e mai pago di musica Pruzzo.


genere: IndieRock
link: http://www.arcticmonkeys.com/
commento:Non sono mai stato un grande fan degli Arctic Monkeys, ma in questo nuovo "Suck It and See" ho trovato delle gradevoli idee che hanno avvicinato i miei gusti personali, più che in ogni precedente lavoro. Leggo in giro che per la critica questo è un album abbastanza controverso: chi ha amato i primi Arctic Monkeys di "Whatever People Say I Am, That's What I'm Not" credo si senta un po' tradito dalla virata, che si può anche definire "pop", della band di Alex Turner; ma si trovano anche dei giudizi positivi, e io mi sento di sostenere questo secondo parere. Anche questo è stato registrato a Los Angeles, come il precedente "Humbug"; si discosta però dalle sonorità più stoner-rock care a Josh Homme che li ha guidati nella produzione la volta precedente. Anzi, forse qui più che mai, si lascia spazio a ballate melodiche, che negli episodi precedenti non trovavano spazio. Ma che il talento compositivo di Alex Turner avesse tra le sue corde anche momenti più emotivi e (...perchè no?!?) romantici lo si era già intuito da quando ci aveva deliziato con il progetto parallelo dei The Last Shadow Puppets's , assieme a Miles Kane.


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Arctic Monkeys al FIB 2011 (potevo solo riprendere gli schermi al Palco Maravillas) |
Voto al disco: 7
Giudizio & Tracklist
+ 1. She's Tunderstorms
++ 2. Black Treacle
+ 3. Brick By Brick
++ 4. The Hellcat Spangled Shalalala
++ 5. Don't Sit Down 'cause I've Moved Your Chair
+ 6. Library Pictures
+ 7. All My Own Stunts
+ 8. Reckless Serenade
++ 9. Piledriver Waltz
++ 10. Love Is A Laserquest
+ 11. Suck It and See
+ 12. That's Where You're Wrong